Подробнее: http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/IMPRESA E TERRITORI16 FEBBRAIO 2017Il Sole 24 Ore
Il caso. Aree multiservizi per attrarre le eccellenze
I parchi industriali raddoppiano e cercano alleanze
MILANO
«Cosa vi serve? Troviamo partners per produzione, commercializzazione o specifiche lavorazioni. Ricerchiamo clienti, fornitori, soci per eventuali joint venture. Facciamo assistenza fiscale, giuridica, finanziaria e contrattuale. E offriamo consulenza ingegneristica per partire con un impianto o ampliare l’esistente». A stilare la lista dei servizi pret-a-porter messi a disposizione dai quasi 150 parchi industriali russi è Denis Zhuravsky, rappresentante di Aip, l’associazione che riunisce i proprietari di parchi. In genere, si tratta di grandi gruppi, che hanno anche partecipazioni e spesso core business in altri settori, in primis meccanica e oil&gas.
«È finita – ha detto Zhuravsky – la fase in cui i parchi erano appezzamenti di terreno in aree recintate, con allacciamenti di utenze e una strada che permetteva il passaggio dei camion. Oggi i parchi sono aree dove il business si installa, fa network e filiera, usufruisce di servizi per un rapporto trasparente e veloce con la Pa e le regole del Paese ospite».
I parchi industriali in Russia – numeri di Aip – sono quasi raddoppiati in soli 3 anni, passati dagli 80 del 2013 ai 146 del 2016. Complessivamente, dalla loro istituzione, hanno attratto quasi 550 miliardi di rubli di investimenti esteri (pari a circa 9 miliari di euro) e creato circa 105mila posti di lavoro.
Ad aprile scorso, in quello di Chelyabinsk (negli Urali) la Termomeccanica di La Spezia (117 milioni di euro di fatturato e circa 480 addetti, con vendite indirette in Russia dal 1970) ha inaugurato un primo stabilimento (investimento da 50 milioni di euro realizzato in 11 mesi), in società con Transneft e Konar. Quest’ultima è anche proprietaria del parco industriale, ma entra in joint venture con le imprese che “ospita” e lo ha già fatto con più di un’italiana. Obiettivo, arrivare in 5 anni a 200 milioni di euro di fatturato solo in Russia.
«Operiamo in Russia da più di 30 anni – ha spiegato Carlo Di Lorenzo (Responsabile Russia di Chimec, 90 milioni di fatturato e oltre 200 addetti) – ma il salto di qualità lo abbiamo deciso nel 2011». L’azienda è specializzata in additivi chimici per raffinerie e trattamento acque. Dal 1° agente (nel 2005) all’ufficio commerciale (2008), 5 anni fa è nata Ooo Kimek, società di diritto russo. «Ma avviare le procedure di accreditamento nei principali gruppi petroliferi – ha spiegato Di Lorenzo – richiede una preparazione dettagliata. Il primo, con Rosneft, ci è stato rifiutato. Bisogna soddisfare parametri rigidi di solidità finanziaria, disgiungere le funzioni amministrative, avere una sede legale pienamente identificabile in loco. Abbiamo avviato gli aggiustamenti necessari. Attendiamo il via libera a breve».
E la ripresa delle relazioni economiche Italia-Russia sarà oggi di nuovo al centro del V seminario italo-russo (sala conferenze Pavia e Ansaldo, Via del Lauro 7 dalle 9 alle 13.30). L’evento è organizzato dal Consolato generale della Federazione russa a Milano, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Banca Intesa Russia e lo studio legale Pavia e Ansaldo.
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L.Ca.MODELLO VINCENTE In 3 anni, le aree dedicate
al manifatturiero sono passate da 80 a quasi 150 e hanno attratto 9 miliardi di euro di investimenti esteri